IDEE, PROPOSTE E PROGETTI

IDEE E PROGETTI CONDIVISI

martedì 6 ottobre 2015

Monachesimo interiorizzato

«Quanto alle nostre condizioni diverse di monaco e di laico, non preoccuparti. Dio cerca anzitutto un cuore pieno di fede in lui e nel suo Figlio Unigenito, ed è in risposta a questa fede che manda dall’alto la grazia dello Spirito santo. Il Signore ricerca un cuore ricolmo d’amore per lui e per il prossimo: è questo il trono sul quale ama sedersi e manifestarsi nella pienezza della sua gloria (…). Il Signore ascolta sia un monaco che un laico, un semplice cristiano: a condizione che essi amino Dio nel profondo del cuore e abbiano una fede autentica, una “fede come un granellino di senape”»
(I. Goraïnoff, Serafino di Sarov, pp. 182-184)


9 commenti:

Giovanni ha detto...

Il monachesimo, centrato sulle cose ultime, ha cambiato la faccia del mondo. Oggi fa appello a tutti, laici e monaci; e propone una vocazione universale. Si tratta per ciascuno di trovare il suo genere di adattamento, l‟equivalente personale dei voti monastici (P. Evdokimov - Le età della vita spirituale)

Giovanni ha detto...

Come in passato il martirio ha trovato l‟ambito della sua trasmissione nell‟istituzione monastica, oggi sembra che il monachesimo possa essere recepito nel contesto del sacerdozio universale dei laici. La testimonianza della fede cristiana nel mondo di oggi postula una vocazione universale al monachesimo interiorizzato. (P. Evdikomov)

Giovanni ha detto...

La povertà libera dall‟influenza della sfera materiale, è la trasformazione battesimale in nuova creatura; la castità libera dall‟influenza carnale, è il mistero nuziale dell‟agape;l‟ obbedienza libera dall‟influenza idolatrica dell‟io, è la filiazione divina nel Padre. (P. Evdokimov)

Giovanni ha detto...

Il monachesimo, interamente incentrato sulle realtà ultime, ha già cambiato in passato il volto del mondo. Oggi più che mai esso fa appello a tutti, tanto ai laici che vivono nel mondo quanto ai monaci, e si pone come vocazione universale. (P. Evdokimov)

Giovanni ha detto...

Questo livello di libertà trascende i confini delle istituzioni e si offre nel suo significato universale come soluzione all‟esistenza umana. Il monachesimo interiorizzato del sacerdozio regale trova la sua spiritualità particolare facendo suo l‟equivalente dei voti monastici. (P. Evdokimov)

Giovanni ha detto...

L‟ obbedienza totale a Dio elimina ogni autosufficienza e influenza da parte del mondo. Chi obbedisce veramente a Dio domina il mondo, è regalmente libero e gode pienamente di questa dignità regale. La castità non è una categoria fisiologica, risiede nella struttura pura dello spirito. Nel sacerdozio coniugale essa è l‟offerta reciproca e il suo dono totale e unanime a Dio, lo spossesso di sé e la consacrazione della propria esistenza. La povertà è quella recettività aperta che ha il povero nei confronti dei disegni di Dio, il povero che non vuole conoscere e seguire altro che il Verbo nl mondo, che aspira a un solo possesso, quello delle ispirazioni dello Spirito. La preghiera come condizione costante dell‟anima, la preghiera che diviene carne, trasforma meravigliosamente ogni lavoro, ogni parola, ogni atto in preghiera, segno vivente della presenza di Dio, ministero della lode, eucaristia vivente. (P. Evdokimov)

il Pellegrino ha detto...

Riflessioni

E' da quando ho ricevuto la mail con pagine del "Monachesimo interiorizzato" che intendo scrivere. Ho letto "Il monachesimo interiorizzato. E' un piccolo libro prezioso che pesca nella semplicità delle origini. E' per appassionati di tesori nascosti. Ho ritenuto in particolare alcuni aspetti che sento particolarmente. Riprendo in ordine sparso: teologo è colui che prega; la via stretta è per tutti; la spiritualità monastica è l'unica spiritualità per tutti; ogni cristiano confermato è chiamato alla totalità della vita evangelica... Mi ha interessato molto la considerazione del monachesimo sul fondamento delle tre risposte di Gesù alle tre tentazioni. Condivido completamente l'assunto che non occorre darsi pensiero di quello che si è (Motovilov). Tutta la questione è l'adesione alla vita evangelica, secondo i sinonimi vita evangelica/vita apostolica/vita monastica. In questo senso cristiano e monaco sono la stessa cosa. Perciò la "liturgia della vita", che si svolge in luoghi comuni, là dove si è. Senza struttura. Senza niente che distingua. Senza protezione. L'essenziale. La "regola" il Vangelo. Benedetto Labre - che si è spogliato di tutto per la "perla nascosta della contemplazione - è il riferimento adatto lungo la via secondo questo proponimento. Condivido e ringrazio.

Marinella

Vii Vidyananda ha detto...

Non ho letto il libro, ma il monachesimo è qualcosa che "sento". Non ho preso i voti, nè li prenderò, anche perchè non sono più giovanissimo, ma credo che non serva. Non serve nemmeno definirsi "cristiano" per incarnare lo spirito del "monakos", che è colui che aspira all'Unità con Dio, ad essere Uno con il Tutto poichè Tutto è Uno, a realizzare in se stesso tale Unità. Le mie radici sono cristiane, ma è la vocazione a tale Unità che fa il monaco, non l'abito nè l'adesione formale ad una data religione. Perciò il monaco, in solitudine, dedica la propria vita alla contemplazione del divino, alla meditazione e alla preghiera, lontano dai rumori e dalle tentazioni separatrici del mondo che tale com-unione rendono impossibile. "Dio è in me, Dio è con me sempre": questa è la fede del monaco.

jacobinaxenos ha detto...

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